pacchetto fiscale per la manovra: concordato una tantum e terza versione della voluntary disclosure su contante e cassette di sicurezza.
Nel corso della prossima settimana il progetto dovrebbe essere esaminato dal ministro Giovanni Tria.
Nel corso della prossima settimana il progetto dovrebbe essere esaminato dal ministro Giovanni Tria.
Tra le priorità indicate dalla Lega per la manovra si riparla della VD su contante e cassette di sicurezza. Utile a questo punto prepararsi in modo corretto.
Il Generale della Guardia di Finanza Stefano Screpanti ha confermato, durante un convegno, che è un utile grimaldello e ha confermato (come da noi pubblicato oramai due anni fa) che permette di sanzionare chi oggi impiega capitali frutto di evasioni passate, anche se prescritte da lunghi anni. Riflessioni utili ai fini VD2.
Con la Circolare N. 25/E del 6 agosto 2014, l’Agenzia delle Entrate ha emanato gli indirizzi operativi per la prevenzione e il contrasto dell’evasione relativamente all’anno 2014.
In relazione alle persone fisiche, come è ormai consuetudine, vi è un accenno all’attività di contrasto ai fenomeni di fittizio trasferimento all’estero della residenza fiscale. Tale attività viene ora supportata da un nuovo applicativo denominato SO.NO.RE. che raccoglie tutti gli indizi di collegamento col territorio nazionale quali la percezione di redditi ricorrenti, la disponibilità di immobili o conti correnti e afflusso di capitale. Tale applicativo non è rivolto solo ai cittadini italiani che risultano fiscalmente residenti all’estero ma anche ai cittadini stranieri che non hanno mai acquisito la residenza fiscale in Italia, pur vivendoci e lavorandoci per anni. Si tratta di una situazione abbastanza frequente e che sovente conduce ad una evasione dell’imposta italiana ma non ad un’evasione assoluta, giacché tali soggetti spesso continuano a pagare l’imposta piena nei rispettivi Stati di formale residenza e/o di cittadinanza. […]
di Paolo Ludovici – AdvisorONLINE.it
Non solo la depenalizzazione del nuovo reato di autoriciclaggio. Chi si denuncia al fisco, facendo rientrare i capitali dall’estero o emergere il nero nazionale, non sarà punibile nemmeno per il “normale” riciclaggio di soldi sporchi. Con il rischio che vengano ripuliti – pur dichiarandoli e pagandoci su le tasse – anche i proventi di attività criminali diverse dalla “semplice” evasione. A prevedere la non perseguibilità è il nuovo testo del Disegno di legge sulla “collaborazione volontaria” o voluntary disclosure, la procedura eccezionale per regolarizzare i patrimoni non dichiarati. Testo ora in commissione Finanze alla Camera (l’approdo in Aula è atteso entro metà luglio) e in cui, con l’ok del governo, è entrata mercoledì sera la modifica dell’articolo 648-bis del Codice penale. L’emendamento, dopo un iter accidentato e molte false partenze, rende per la prima volta punibile con la reclusione da 4 a 12 anni e multe da 5mila a 50mila euro anche il reale beneficiario delle operatori di ripulitura di denaro. Per esempio l’imprenditore che reinvesta in azienda capitali precedentemente evasi. Finora in Italia questo crimine non era perseguito, perché la reimmissione nell’economia di soldi sporchi era considerata solo un “effetto collaterale” del reato da cui erano stati ottenuti i proventi illeciti. Si tratta quindi di un passo avanti, peraltro auspicato, tra gli altri, anche da Francesco Greco, procuratore aggiunto a Milano e coordinatore del pool sui reati finanziari, che ha collaborato alla stesura del testo base della disclosure. Passo per il quale ha espresso soddisfazione il nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, secondo la quale “la cosa più importante del provvedimento sul rientro dei capitali è l’introduzione del reato di autoriciclaggio” che “fa svoltare questo paese, è un mezzo di contrasto dell’evasione fortissimo e innovativo”. […]
di Redazione Il Fatto Quotidiano
Non è bastata la difesa di quella «impresa moderna» e di quei due «creativi impegnati tra stoffe e modelli e non a gestire schemi di abbattimento fiscale» risuonata in aula per bocca del sostituto procuratore generale Gaetano Santamaria Amato, in quella requisitoria che era sembrata quasi un’arringa. Oggi, infatti, i giudici della Corte d’Appello di Milano, malgrado la richiesta di assoluzione arrivata dal rappresentante dell’accusa, hanno confermato le condanne per evasione fiscale a carico di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, abbassando soltanto la pena di due mesi per la prescrizione di parte delle contestazioni e portandola a un anno e 6 mesi per entrambi (pena sospesa)[…]
Video Sentenza Appello Dolce e Gabbana
di La Stampa
In attesa che il governo Renzi chiuda l’accordo con la Svizzera per lo scambio di informazioni su chi ha capitali nelle banche elvetiche, il ministero dell’Economia sta mettendo a punto l’altro tassello fondamentale per far ritornare in Italia i soldi detenuti all’estero e su cui Roma spera di incassare 8 miliardi entro il 2015: il disegno di legge sulla “voluntary disclosure”, ovvero il rientro volontario dei capitali esportati illegalmente, che colma il vuoto lasciato dalla non conversione in legge del decreto promosso dal governo Letta.
“È probabile che il nuovo provvedimento contenga qualche differenza rispetto al primo, per esempio allargando la casistica dai privati alle aziende” spiega Sebastiano Stufano, socio fondatore dello studio Stufano, Ortello, Gigantino di Milano e, come i suoi due partner, ex ufficiale della Guardia di finanza. “Il decreto prevedeva che chi ha capitali all’estero non dichiarati potesse regolarizzarli pagando una sanzione ridotta ma versando l’imposta piena. Le novità” aggiunge Stufano “potrebbero riguardare anche questo punto, chiarendo meglio l’aspetto fiscale”. Il risultato è che chi ha approfittato del primo decreto per regolarizzare la propria situazione rischia di pagare di più rispetto a chi aderirà alla nuova versione. […]
Di Panorama
Leggi si: http://economia.panorama.it/soldi/Rientro-Capitali-Estero-Regole-Aziende