Rogatoria su UBS e altri istituti esteri
La richiesta fatta dall’Agenzia ad alcune banche estere deve essere oggetto di riflessione per chi non ha attività regolari. Soprattutto per valutare eventuali accordi con il Fisco.
La richiesta fatta dall’Agenzia ad alcune banche estere deve essere oggetto di riflessione per chi non ha attività regolari. Soprattutto per valutare eventuali accordi con il Fisco.
La linea dura degli Stati Uniti contro le banche svizzere, accusate di aiutare gli evasori stranieri a non pagare le tasse, ha messo nel mirino anche il Credit Suisse. In precedenza era toccato all’altro colosso elvetico Ubs, che aveva dovuto pagare un mega-risarcimento e rivelare migliaia di proprietari Usa di conti segreti. Ormai appare chiaro che la strategia aggressiva e punitiva lanciata dal presidente Usa Barack Obama, nell’ambito del programma anti- evasori fiscali Fatca, risulta l’unica davvero efficace per contrastare le banche svizzere impegnate ad aiutare chi non vuole pagare le tasse. Al punto che l’Unione europea inizia a prenderne atto. […]
di Ivo Caizzi da il Corriere Economia
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Voluntary disclosure = rimpatrio forzato dei capitali e abbandono delle piazze-rifugio storiche? Non è del tutto vero, almeno guardando i dati sorprendenti della Germania sulla campagna di “rientro volontario”. Dati ufficiosi e comunque attendibili di Ubs – uno dei principali gruppi svizzeri – raccontano che il volume dei depositi di contribuenti tedeschi prima dell’avvio del programma di svelamento fiscale di Berlino ammontava a 120 miliardi di euro, proprietà di 20mila cittadini sulla sponda nord del lago di Costanza. Alla fine della disclosure il “gestito” da Ubs non solo non è sceso, ma è addirittura aumentato di più del 16,5%, arrivando a sfiorare i 140 miliardi….
di Alessandro Galimberti – Il Sole 24 Ore
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